I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 14 luglio 2013

A casa con Jeff ( 2011 )

Jeff è un ragazzone trentenne che vive perennemente nel seminterrato di casa sua a non fare nulla, evitando di uscire per paura del contatto con la gente. La madre , vedova, lo opprime con faccende da fare mentre occasionalmente si trova a contatto col fratello, sposato e con problemi coniugali gravissimi con la moglie, che lo coopta per inseguire la moglie in una folle corsa per la città, temendo di essere da lei tradito.
Jeff  si presta e passerà un'indimenticabile giornata che cambierà le vite di tutti i protagonisti in campo. In meglio.
I fratelli Duplass dopo il colpo grosso realizzato con Cyrus ( film a mio parere troppo timido con la sua brava  verve da cinema indipendente impastoiata da condizionamenti da major, leggasi buonismo eccessivo nel disegno di Cyrus, mondato di tutti i particolari sgradevoli per non renderlo troppo inquietante) continuano nel loro cinema su personaggi al margine.
Come Cyrus anche Jeff è un tipo che non ha tutte le rotelle a posto e parlando di Mark Duplass ( uno dei due fratelli sceneggiatori/registi di questo film) come non citare il personaggio da lui recitato, Kenneth, nel delizioso Safety not Guaranteed?
Tutti personaggi che stanno in un cantuccio a guardare il mondo che li circonda senza che il mondo si accorga di loro.
Difficoltà relazionali, una prospettiva originale attraverso cui guardare le cose, un'anima più candida della media che permette di approcciarsi a quello che sta intorno a loro senza troppi preconcetti.
Pur essendo tre personaggi simili per come sono disegnati e per il background di isolamento loro creato è da rimarcare come reagiscano in modo differente alle sollecitazioni che gli sono date da tutto quello che sta loro intorno.
Cyrus si isola volontariamente assieme alla madre cercando di impedire che chicchessia cerchi di incrinare l'indissolubilità di questo nucleo, anche Kenneth scivola in un isolamento intenzionale guardando con sospetto tutti quelli che incontra perchè ha una missione da compiere che solo lui conosce.
Jeff invece reagisce in modo diverso: cerca di connettersi a ciò che gli sta intorno, cerca di comunicare di diventare un membro in pianta stabile di quella comunità di strani animali che si fanno chiamare uomini.
In questo la figura del fratello scatenato nel tentativo apparentemente impossibile di recuperare il suo matrimonio, è un ottima scuola rappresentando tutti quegli aspetti deteriori che Jeff deve evitare.
Ed è esilarante vedere i due interagire e dimostrarsi due facce della stessa medaglia perchè in molti frangenti quello che sembra non avere tutte le rotelle a posto sembra proprio suo fratello che tra i due dovrebbe essere quello più normale.
A casa con Jeff è la classica commedia indipendente americana, film di attori piuttosto che di sceneggiatura, con una fotografia sicuramente migliore di quella del  prodotto Sundance.
Lo stile invece è quello classico , indy: molti primi piani, molti dialoghi e molta macchina da presa a mano per aggiungere concitazione ad alcune sequenze e per dare al tutto un'aria più realistica.
Come dicevamo è un film d'attori: Jason Segel nella parte di Jeff flette la sua fisicità comica tratteggiando un personaggio tenero e buffo, senza eccessi apatowiani ( a parte un bong gigantesco da cui fuma in una delle prime sequenze), Ed Helms, nella parte del fratello,è più scatenato che in tutti e tre i film della serie Una notte da leoni messi assieme, mentre la Sarandon , nei panni della loro mammina, vedova piuttosto consolabile, si dimostra sempre più icona del cinema indipendente americano in cui appare sempre più spesso, quasi scansando il cinema mainstream.
A casa con Jeff ha forse un finale un po' troppo buonista, troppo incanalato nella sindrome da lieto fine tipica hollywoodiana ma alla fine non dispiace più di tanto.

( VOTO : 6,5 / 10 )


  Jeff, Who Lives at Home (2011) on IMDb

3 commenti:

  1. A me è piaciuto molto, un film delizioso, sicuramente classico nell'impostazione iniziale ma pensato e scritto con gran cura :)

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    1. a me ha convinto poco il finale ma il resto del film è su buonissimi livelli...

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