I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 8 novembre 2012

Un sapore di ruggine e ossa ( 2012 )

Alì  assieme al figlio Sam, di cinque anni ma che conosce a malapena, sta andando ad Antibes a casa della sorella. Attraversano tutta la Francia assieme e lui per non far mancare nulla al figlio non esita a darsi al borseggio. Una volta arrivati ad Antibes le cose si mettono bene: Alì viene assunto come buttafuori in una discoteca e una notte, ai margini di una rissa, conosce la bella Stephanie , addestratrice di orche. Lui la accompagna a casa e le lascia il suo numero di telefono. Chissà potrebbe servirle in futuro.
Lei, vittima di un incidente sul lavoro che le provoca l'amputazione di entrambe le gambe all'altezza del ginocchio , lo chiama.
Comincia così una relazione particolare tra questi due emarginati ( per motivi diversi) dalla società.
Tratto da una raccolta di racconti  ( "Ruggine ed ossa" di Craig Davidson) Un sapore di ruggine e ossa rappresenta il ritorno al cinema di Jacques Audiard dopo Il profeta, film che qui sul mio ramo d'albero ha un altarino a lui dedicato.
Erano in molti ( e io tra loro ) ad aspettare Audiard al varco dopo un film enorme come il precedente.
Se Un sapore di ruggine e ossa era da considerare un esame per il cineasta francese , beh possiamo dire che lo ha superato a pieni voti.
Audiard rischia parecchio raccontando una storia di solitudini che si incontrano ( o meglio che si scontrano) virando poi al melodramma, genere rischiosissimo se non trattato con grande perizia.
Il rischio della retorica e dell'eccesso sono dietro l'angolo, così come quello della caricatura in un tipo di cinema basato soprattutto su sentimenti e reazioni emotive.
Il regista francese adatta il suo stile robusto a una storia di due anime sole in cerca di riscatto.
Alì è l'anima arrugginita, quasi incapace di provare sentimenti, schietto e genuino, forse anche troppo. Tutto quello che ha nel cuore lo esprime. Stephanie invece deve fare pace con se stessa, con le sue ossa mancanti cioè  con la sua nuova condizione anatomica prima di riaffacciarsi di nuovo alla vita.
E Alì è una cura eccellente al suo male di vivere perchè è l'unico che non manifesta compassione o comprensione  per lei e per il suo handicap fisico acquisito.
In questo somiglia abbastanza a Driss l'armadio d'ebano che in Quasi amici si ritrovava a fare da badante a Philippe ,un miliardario tetraplegico, che si sentiva gratificato proprio perchè l'altro non badava al suo "piccolo" problema.
In Un sapore di ruggine e ossa fondamentalmente Stephanie cerca di sentirsi viva, cerca un motivo per non morire. E la sua relazione con Alì è proprio questo: il mezzo più idoneo per sentirsi vivi. Anche solo tramite il sesso.
E questo fa intuire ancora una volta quale sia la vera ossessione nel cinema di Audiard: il linguaggio e la difficoltà di comunicazione.Se in Sulle mie labbra per la Devos l' handicap uditivo diventava quasi un punto di forza, se in Tutti i battiti del mio cuore il gangster di mezza tacca Romain Duris trovava modo di esprimersi solo attraverso la musica nel rapporto criptico con la sua maestra cinese di pianoforte che non parlava una parola di francese ,se ne Il profeta la lingua era una barriera che poteva determinare la vita e la morte delle persone, in Un sapore di ruggine e ossa  Stephanie e Alì pur parlando linguaggi assai diversi , riescono a trovarsi fondamentalmente attraverso i loro incontri sessuali ( parola d'ordine l'sms " Opé?" ). E questo fondamentalmente perchè Alì riesce a esprimersi quasi solamente con il proprio corpo.
Quel corpo che ora manca a Stephanie. Il corpo di Alì al quale si aggrappa come se fosse un prolungamento del proprio.
E'assai esplicativa la scena muta in cui la ragazza nell'acquario si trova a "dialogare" con un'enorme orca che risponde ai suoi comandi, oppure anche quella in cui lei mima tutti i movimenti che eseguiva durante il suo spettacolo .
Il primo passo per tornare a sentirsi viva.
Se per la Cotillard questo film è una conferma , sorprende in positivo la prova dell'attore belga Matthias Shoenhaerts, una specie di bisonte ipermuscolato però incredibilmente a suo agio anche nelle parti di recitazione pura.
Un sapore di ruggine e ossa è un melodramma scarnificato,  di prorompente fisicità in cui due anime perdute si avvieranno ( forse) sulla strada del riscatto.
Una delle migliori visioni dell'anno, inspiegabilmente uscito a mani vuote da Cannes.

(VOTO : 8,5 / 10 ) 



Rust and Bone (2012) on IMDb

22 commenti:

  1. il tuo 8,5 promette molto bene.
    presto lo vedrò...

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    1. io ho un debole per Audiard e dopo Il profeta lo aspettavo al varco. Non mi ha deluso, anzi...

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  2. Un gran film, che - come dici giustamente tu - nonostante l'argomento trattato, non precipita mai nella retorica. Cosa mai facile.
    E l'incontro di quei due caratteri spigolosi, apparentemente diversi ma in fondo così simili, è (quasi) riuscito a commuovermi.

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    1. Oddio la lacrimuccia ci poteva anche scappare...

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    2. sì. ma non sopporto che mi si veda piangere in pubblico.
      (son strana, non farci caso)

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    3. eh eh ti capisco...e sono uno che si emoziona facilmente...

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  3. Audiard è un fenomeno, e finora non c'è stato un solo suo film che non mi sia piaciuto.
    A breve spero di vedere anche questo, che promette benissimo.

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  4. Lo aspettavo con ansia pure io, mi è piaciuto ma mi ha lasciato un fondo di amaro... troppo melodramma, soprattutto verso il finale, che rischia di oscurare una storia già forte di suo. Nulla da dire sulle interpretazioni e sulla regia, entrambe decisamente ben fatte!

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    1. a me il finale non è parso così melodrammatico, anzi mi è sembrato legato alla sensibilità dello spettatore, sarà lui a decidere se Alì e Stephanie si incontreranno di nuovo...

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    2. Intendevo il prefinale, nel lago per intenderci, non solo io ma l'intera sala ha iniziato a rumoreggiare che tanta sfortuna non può essere possibile...

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    3. eh eh io invece sarò pessimista ma già immaginavo.. visto che se la fortuna è cieca la sfiga ci vede benissimo. Oddio, forse un po' si ma secondo me registicamente riesce a non sovraccaricare il tutto. Penso che nelle mani di un altro regista meno dotato di Audiard quella scena sarebbe potuta diventare qualcosa di indigeribile...

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  5. ne hanno parlato tutti benissimo e anche tu me ne dai conferma, e sarebbe ora di vederlo pure per me solo che ho come paura di farlo, perché sembra quel tipo di film che fa male e che ti lacera emotivamente e fisicamente...chissà se riuscirò mai a vederlo!

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    1. un po' è così ...ma perchè privarsi del piacere della visione? Secondo me film come questo ti riconciliano col cinema....

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  6. ho aspettative altissime, ma già so che audiard è uno di cui ci si può fidare. poi la tua approvazione fa sperare sempre più per il meglio.

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  7. Audiard ce l'ho nel cuore e con questo film ancora di più....

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  8. eh la madonna... ma allora deve essere na bomba? bene bene lo metto in downl.. bella rece

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    1. Lorant , per me è una bomba ma ammetto di essere un po' di parte quando di mezzo c'è Audiard....

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    2. Audiard di solito non sbaglia, mi fido

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  9. premetto che è un gran film, ma anche a me ha impressionato troppa sfiga tutta insieme, ma la realtà, magari, è anche peggio, non dico di no.
    sono d'accordo che Matthias Shoenhaerts sia davvero bravo (anche se lo vedo in parti quasi sempre uguali, ma se le fa bene, perché cercarlo per altro, si diranno i registi)

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    1. qualche volta la realtà è anche peggio perchè colpisce indiscriminatamente. Shoenhaerts credo che con quel fisico che si ritrova per un po' si ritroverà a fare sempre questo tipo di parti...magari quando invecchierà....

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