I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 25 giugno 2012

Detachment ( 2011 )

Mi piacciono i film ambientati nelle scuole, soprattutto quelle difficili. E mi piace veder analizzare da una prospettiva "bassa" ( cioè il contrario dell'idealizzazione della figura di un pedagogo che è capace di snocciolare solo pillole di verità e di saggezza) il lavoro di qualcuno che ha quotidianamente a che fare con le difficoltà della vita reale che rendono ancora più complicato far appassionare gli alunni a ciò che è relegato nei libri e che è più o meno distaccato dalla quotidianità che ognuno vive .
La letteratura è uno di questi esempi : è difficile far appassionare a qualcosa che è chiuso come dentro uno scrigno , immutato negli anni. Soprattutto far appassionare qualcuno che è soverchiato dalle difficoltà di ogni giorno e reso invisibile agli occhi di una società che non se ne fa niente di giovani disadattati che cercano di uscire dal loro inferno.
Detachment è una sorta di flusso di coscienza del professore di letteratura supplente Henry Barthes ( la s non si pronuncia come dice lui), uno che fa del distacco la sua filosofia di vita: lui lo chiama così, altri potrebbero parlare di menefreghismo, cioè stare sempre a una certa distanza da tutto proprio per non ferirsi.
Del resto la sua vita è circondata dalle macerie che irrimediabilmente hanno segnato il suo sguardo triste: quelle della sua vita privata con un nonno ricoverato in un istituto per anziani oramai in fase terminale, un segreto inconfessabile che la madre morta suicida ha deciso di portare con sè, un padre che praticamente non ricorda.
Lui sceglie di fare il supplente  proprio per non entrare nella stessa lunghezza d'onda dei suoi studenti, per non empatizzarli, vuole essere solo una parentesi nella loro vita formativa.
Entra ed esce dalle loro vite in modo improvviso e soprattutto non prova traumi.
La sua vita privata è fatta anche del soccorso ad una prostituta bambina, Erica, che fa vivere a casa con lui per un certo periodo prima di affidarla agli assistenti sociali.
Ancora quel dannato distacco.
Henry vuole in qualche maniera anestetizzare il dolore che continuamente prova, almeno ammortizzarlo.
Detachment non parla solo di una scuola , è la certificazione su pellicola di un vuoto generazionale fatto di genitori assenti, di insegnanti inadeguati perchè vivono letteralmente in un pianeta diverso rispetto ai loro alunni, i quali dal canto loro a quell'età sono già induriti e ringhiosi verso tutto quello che li circonda.
Difficile dare coordinate stilistiche per far capire che cosa si sta per vedere:  forse  due film che si avvicinano come spirito a questo sono Half  Nelson e Precious . Ma sono più che altro associazioni di pensiero che non punti di contatto veri e propri.
Tony Kaye dimostra ancora una volta il suo talento dietro la macchina da presa con un film dal look indipendente ( per una fotografia sgranata curata dallo stesso regista) che, partendo da tutto quel coacervo di banalità che possono "arredare" un film sulla scuola , in realtà vola alto, altissimo a tratti riuscendo ad arrivare a vette di lirismo doloroso che rimangono dentro ben oltre i titoli di coda.
Il candore dell' ambiente asettico come quello di una scuola difficile i cui corridoi bianchi sono simili a quelli di un'ospedale, è squarciato da disegni infantili e da curiosi inserti coloratissimi (la casa della preside) inquadrati anche con prospettive sghembe atte a deformare il campo visivo.
E solo per fare un parallelo tra il vuoto delle giovani generazioni e quello della vita di insegnanti ( o presidi ) a fine carriera.
Adrien Brody si ricorda finalmente di essere un grande attore risaltando in un cast prestigioso in cui tra gli illustri altri ( Lucy Liu, William Petersen, Tim Blake Nelson, Blythe Danner) non si possono sottacere la bravura di Marcia Gay Harden in un personaggio spigoloso e il gigioneggiare adorabile di quella vecchia volpe di James Caan.
Un occhio anche a Betty Kaye, ottima in un personaggio dolente e mai banale.
Detachment arriva al cuore direttamente e senza prendere facili scorciatoie. Emoziona con i piccoli gesti, un semplice abbraccio come fonte di commozione , lasciando da parte la retorica.
E lasciandosi dietro anche la filosofia del distacco.
Una delle migliori visioni di quest'anno.

( VOTO : 8,5 / 10 ) Detachment (2011) on IMDb

14 commenti:

  1. oh yeah!
    film ricchissimo: di idee, di vita, di cinema.
    da non perdere

    RispondiElimina
  2. qualcosa di veramente bello, che rifugge tutti i clichet. Da non perdere, come giustamente affermi!

    RispondiElimina
  3. Erica e Meredith (la figlia del regista) ti sembra di averle conosciute

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In Erica ho rivisto la Carey Mulligan giovanissima, mentre Meredith assomiglia in modo impressionante a Kathy Bates ( naturalmente da giovane). E' vero, sono personaggi vivi, reali....

      Elimina
  4. Ce l'ho da vedere, tra oggi e domani me lo schiaffo senza pensarci due volte.
    Bellissimo post, ha aumentato la voglia di vedere un film che promette scintille.

    RispondiElimina
  5. Non te lo perdere, forse questo è uno di quei film che ci mette d'accordo tutti...Grazie per i complimenti, prima o poi mi dovrò decidere a pagarti un giro di bevute...

    RispondiElimina
  6. Per la prima volta non sono d'accordo.
    Mi è sembrato un film pretenzioso, con davvero troppa carne al fuoco, con tante,troppe storie, una più melodrammatica, falsa ed eccessiva dell'altra (Meredith, la preside, il nonno, la prostituta bambina, il prof invisibile...).
    Ma il personaggio più costruito, retorico è sicuramente il protagonista (mamma suicida, padre sconosciuto, nonno in fin di vita; neanche Metastasio sarebbe riuscito a fare meglio).
    Ci fosse stato un pizzico di ironia questo dolente polpettone sarebbe potuto essere anche digeribile!

    RispondiElimina
  7. naturalmente no problem se la vedi diversamente: a me ha emozionato parecchio perchè ci ho visto una rappresentazione vera di quello che la civilissima America nasconde come polvere sotto il tappeto: niente campus bellissimi ma scuole terribili in cui avere paura anche per la propria incolumità personale.E secondo me Brody è bravissimo...sai, nella storia del rapporto con Erica e in quegli scorci urbani ci ho visto anche un po' di Shame di Steve McQueen....

    RispondiElimina
  8. Steve McQueen e Tony Kaye sono entrambi inglesi:)(http://www.telegraph.co.uk/culture/3665724/I-did-abominable-things.html)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. si, è vero, ho visto su imdb la foto di Tony Kaye ed è un tipo veramente mooooolto alternativo.Ho letto anche di una sua causa milionaria alla casa cinematografica perchè American History X lo voleva firmare con un buffo pseudonimo( Humpty Dumpty ma può darsi che sbaglio , sto andando a memoria...)

      Elimina
  9. lo devo vedere a breve... ora mi hai anche incuriosito parecchio ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mi ha colpito parecchio , aspetto di leggere che cosa ne pensi...

      Elimina